Un nuovo studio PayPal rivela che per gli italiani contano più i contenuti delle piattaforme, il 60% guarda film e serie TV su laptop, si “difendono” smartphone e tablet

PayPal oggi ha reso pubblica la seconda parte dello studio “Digital Goods Economy Survey”, che esamina gli atteggiamenti, le abitudini e i comportamenti dei fruitori di contenuti multimediali nei settori della musica e dei video digitali (inclusi film e serie TV). Questi risultati integrano la recente ricerca di PayPal relativa ai settori dei videogiochi e degli eBook. La ricerca, commissionata a SuperData, ha interessato 10.000 utenti in 10 mercati: Italia, Francia, Germania, Giappone, Polonia, Russia, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.

I risultati dello studio identificano le intenzioni di acquisto nei mercati verticali chiave, i modelli di spesa e di fruizione dei contenuti, il ruolo della pirateria nell’economia dei beni digitali, oltre ad aspetti demografici come l’età, il sesso e l’area geografica degli utenti.

Dallo studio emerge come le nuove economie digitali che si sono affermate nel settore dell’intrattenimento abbiano cambiato tutto: dalle modalità di consumo dei contenuti alle attività di marketing, fino al modo in cui gli autori dei contenuti monetizzano il loro lavoro. Con la velocità dei pagamenti in questo spazio, PayPal svolge un ruolo di importanza critica per agevolare, proteggere e semplificare le transazioni, sia per i commercianti che per i clienti.

L’interesse per le copie fisiche è in calo

Se si considera che l’edizione dei Grammy di quest’anno era aperta solo alle registrazioni disponibili in streaming, è chiaro che si è verificato un netto cambiamento nel modo di acquistare e ascoltare musica. Solo il 7% degli intervistati in Italia preferisce possedere copie fisiche della propria musica e solo il 17% desidera una combinazione di musica digitale e su supporti fisici. La maggior parte degli utenti italiani preferisce acquistare tutta la propria musica e archiviarla in digitale (41%) oppure ascoltare la musica in streaming o attraverso un abbonamento, in modo da potervi accedere ovunque si trovi (29%).

I millennial sono meno interessati a “possedere” la propria musica rispetto agli utenti più adulti

Per gli utenti italiani nella fascia di età 18-34 anni, la percentuale relativa all’utilizzo di servizi in streaming a pagamento (73%) è superiore a quella dei download di musica a pagamento (48%). Invece, tra gli utenti italiani con più di 35 anni, appena poco più di metà (55%) usa servizi in streaming, mentre il 60% utilizza servizi di download a pagamento, a indicare una preferenza per l’acquisto della musica rispetto all’ascolto in streaming.

I PC portatili sono la piattaforma preferita, ma non la sola

Alla domanda relativa ai dispositivi usati per guardare i film o le serie TV acquistati o riprodotti in streaming online negli ultimi tre mesi, la maggior parte degli intervistati in Italia ha dichiarato di utilizzare PC portatili (60%), tablet (56%), PC desktop (49%) e smartphone (41%). A testimonianza dell’importanza del contenuto sulla piattaforma di fruizione, l’Italia fa registrare numeri interessanti anche per Apple TV (11%) e Chromecast (13%). Lo smartphone è invece il dispositivo di gran lunga più citato dagli utenti italiani (88%) per ascoltare musica in streaming o acquistata online.

I dispositivi mobili favoriscono le transazioni in tutti i mercati verticali

Indipendentemente dalla modalità di fruizione dei contenuti, i dispositivi mobili favoriscono gli acquisti di musica e film o programmi TV in formato digitale. Quasi l’82% degli spettatori italiani di film o serie TV e il 74% degli ascoltatori italiani di musica digitale ha effettuato un acquisto dal proprio dispositivo mobile. La preferenza per gli acquisti da dispositivi mobili è un’ulteriore conferma dell’esigenza per i commercianti di semplificare le transazioni con i clienti: la “facilità di utilizzo” e “l’elaborazione rapida dei pagamenti” sono stati elencati in tutti i mercati verticali come i primi due motivi per cui gli utenti italiani scelgono uno specifico metodo di pagamento.

Notevole fidelizzazione dei clienti di siti di video e musica su abbonamento

I millennial si affidano principalmente a servizi come Netflix per l’intrattenimento, ma quasi due terzi (62%) degli intervistati ha dichiarato di avere annullato un abbonamento a un servizio di video in streaming dopo meno di dodici mesi. In Italia, quasi il 43% degli utenti di servizi di musica in streaming ha invece indicato di avere mantenuto attivo un abbonamento per un anno o più.

La pirateria interessa in particolare i film non ancora rilasciati in home video

Sebbene circa il 75% degli intervistati abbia indicato di non avere piratato o scaricato illegalmente film o serie TV negli ultimi tre mesi, la pirateria continua ad affliggere il settore cinematografico e televisivo. Il 39% degli intervistati in Italia in genere scarica o visualizza illegalmente contenuti per guardare film non ancora rilasciati in home video, mentre il 14% per film che sono ancora in programmazione nelle sale. Il 15% degli intervistati che scaricano o visualizzano illegalmente contenuti ha ammesso di essere interessato solo ai programmi televisivi e non ai film.

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